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Il percorso di oggi |
Dopo esserci guardati intorno a Piazzale Ostiense, saliamo
finalmente sul 3 e ci accomodiamo per goderci il viaggio.
Superata Porta San Paolo, il tram imbocca Via della Piramide
Cestia, un viale alberato che ci porta fino a Piazza Albania, dove si erge il
monumento a Giorgio Castriota, detto Scanderbeg, l’eroe nazionale albanese. Il
monumento venne realizzato nel 1940, dopo l’occupazione italiana dell’Albania.
Dopo Piazza Albania si imbocca Viale Aventino, che corre
nella sella che divide il colle Aventino vero e proprio, sulla sinistra, dal
cosiddetto Piccolo Aventino, sulla
destra.
L’Aventino è il più meridionale e distaccato degli originari
Sette Colli, della Roma antica.
Inizialmente abitato essenzialmente da plebei, divenne in epoca imperiale sede
di residenze patrizie che vennero completamente distrutte durante il sacco di
Roma da parte dei Goti di Alarico.
Oggi l’Aventino è di nuovo sede di abitazioni molto
eleganti. Vi si trovano numerosi luoghi di interesse come il Giardino degli
Aranci, da cui si gode uno dei più bei panorami di Roma, la Basilica di Santa
Sabina del V secolo, una delle chiese paleocristiane meglio conservate in
assoluto, e il priorato dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. Osservando dal buco
della serratura del cancello del giardino del priorato si inquadra
perfettamente la cupola di San Pietro.
Le abitazioni che sorgono oggi sul Piccolo Aventino (Rione
San Saba) non presentano l’eleganza di quelle dell’Aventino vero e proprio.
Esse furono infatti costruite all’inizio del XX secolo dall’Istituto Case
Popolari per la piccola borghesia impiegatizia. La posizione defilata dell’area
ha fatto sì che San Saba sia diventato una specie di piccolo e tranquillo paese
all’interno della città, valorizzandone enormemente le abitazioni, spesso
ancora possedute dai discendenti dei primi proprietari.
Passato l’Aventino, si arriva a Piazza di Porta Capena dove
si incrociano, sulla destra, il Viale delle Terme di Caracalla e, sulla
sinistra, Via del Circo Massimo e Via dei Cerchi. Di fronte, invece, vi è Via
di San Gregorio in fondo alla quale si erge maestoso l’Arco di Costantino.
Questo incrocio è uno dei più spettacolari e ariosi di tutta
Roma. Sulla destra, dal lato del Viale delle Terme di Caracalla si erge
l’imponente palazzo della FAO, mentre sulla sinistra, compreso tra Via dei
Cerchi e l’omonima via, si trova il Circo Massimo. A fianco del Circo Massimo, sull’altro
lato di Via dei Cerchi sulle pendici del Palatino, sono poi visibili i resti
dei Palazzi imperiali.
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Il Circo Massimo e, sullo sfondo, i Palazzi Imperialo ("Palatine Hill Rome Panorama from Circus Maximus" di Chris 73 - Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons) |
Il Circo Massimo è stato probabilmente il più grande luogo
per giochi mai costruito. Lungo 621 metri e largo 118, sulle sue tribune potevano trovare posto fino
a 250000 spettatori. Le prime installazioni mobili in legno furono realizzate
probabilmente sotto il re Tarquinio Prisco, nel VI secolo a.C.. Le prime
installazioni fisse risalgono invece al IV secolo a.C.. La costruzione assunse
poi la sua forma finale, con la costruzione dei sedili in muratura, sotto
Giulio Cesare e poi Augusto. Sulla spina centrale si trovavano due obelischi,
di cui il secondo installato nel iV secolo d.C., che oggi si trovano rispettivamente
in Piazza del Popolo e davanti a San
Giovanni in Laterano. Il Circo Massimo rimase in attività fino alla metà del VI
secolo d.C., quindi per oltre un millennio. Oggi sono rimasti solo pochi resti
murari ma la sua grandiosità è perfettamente riconoscibile nel grande spazio
tutt’oggi usato per spettacoli e manifestazioni di varia natura. Vi si sono
svolti, ad esempio, i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia ai Campionati
del Mondo di calcio del 2006.
Vi si svolgevano prevalentemente corse equestri con carri
trainati da quadrighe, di cui gli antichi romani erano grandi appassionati e
sui cui scommettevano cifre molto considerevoli.
Sul lato nord del circo Massimo, sulle pendici dl Palatino,
si trovano i Palazzi Imperiali che esprimono tutta la potenza e la ricchezza
dell’antica Roma. Fu già Augusto a destinare quest’area a residenza imperiale
aggregando alcune preesistenti abitazioni private. Il complesso raggiunse poi
la usa forma pressoché definitiva sotto Domiziano, alla fine del I secolo d.C..
Alcune delle stanze utilizzate da Augusto Era diviso in una parte pubblica,
destinata a mostrare a tutti la potenza e lo sfarzo dell’impero, e una privata.
E’ interessante notare che il termine “palazzo”, “palatium” in
latino, deriva proprio da Palatino e venne utilizzato per la prima volta da
Tacito per indicare il complesso degli edifici imperiali, entrando poi nell’uso
comune per indicare qualsiasi edificio rilevante.
Da non perdere: all’ora del tramonto recatevi in Via del
Circo Massimo, nel punto più alto e osservate i Palazzi Imperiali tingersi di
fuoco. E’ uno delle viste più suggestive di Roma.
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Palazzo della FAO |
Sull’altro lato della piazza di Porta Capena si trova il
palazzo sede della FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione
e l’agricoltura. Il palazzo venne progettato in epoca fascista per essere sede
del Ministero per l’Africa Italiana (già ministero delle colonie) da Cafiero e
Ridolfi, uno dei maestri del Razionalismo italiano. Il palazzo era ancora
incompiuto all’epoca dell’armistizio dell’8 settembre 1943 e i lavori ripresero
solo nel 1947. Nel frattempo la destinazione dell’edificio fu mutata,
ritenendosi di farlo diventare sede del Ministero delle Poste. Nel 1952, dopo
che Roma era stata designata come sede della FAO, il palazzo, dopo essere stato
ulteriormente allargato, venne affittato all’ONU alla cifra simbolica di 1
dollaro USA all’anno da pagarsi anticipatamente. Il palazzo FAO gode del
privilegio dell’extra-territorialità.
Fino all’inizio di questo secolo, di fronte al palazzo della
FAO si trovava la Stele di Axum, un gigantesco obelisco del IV secolo ritrovato
frantumato in tre tronconi dai soldati italiani impegnati nella guerra di conquista
dell’Etiopia nel 1935. Trasportato a Roma e riparato, venne posto di fronte al
palazzo per rimarcarne l’utilizzo.
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La Stele di Axum poco tempo dopo il suo posizinamento a Roma |
Dopo numerose polemiche, anche di natura giuridica, l’obelisco
venne restituito all’Etiopia. Smontato nel 2002 e spedito nel 2005, dal 2008 si
trova nuovamente eretto ad Axum
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L'obelisco eretto nuovamente ad Axum ("Rome Stele" di Ondřej Žváček - Opera propria.. Con licenza CC BY 2.5 tramite Wikimedia Commons) |
Breve digressione storica.
Al contrario di quasi tutti gli altri stati africani, l'Etiopia vanta una identità statale plurimillenaria. Il primo regno di cui si abbiano notizie certe è appunto quello di Axum, sorto tra il V e il I secolo a.C..
Il termine etiope, comunque, si trova già nell'Iliade e nell'Odissea per indicare le popolazioni di quella parte d'Africa.
L'Etiopia è inoltre il primo stato ad avere usato la croce cristiana come simbolo sulle monete, intorno al 300 d.C.
Finora abbiamo percorso poco più di 1300 metri. Il seguito alla prossima parte.
Vincenzo
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